Seconda persona in Italia, ma è la primo volta malato oncologico e per la prima volta la Asl fornisce il farmaco, da autosomministrare. La Regione di Luca Zaia…
, ma il primo che avviene con un aggiore coinvolgimento delle istituzioni. A più livelli. È una storia da raccontare quella di Gloria, per le due novità che porta in un Paese in cui sul suicidio assistito non si riesce a legiferare.
Nel novembre 2022 la donna inizia il percorso per ottenere, sulla base della sentenza della Consulta, l'accesso al percorso che l'avrebbe portata al fine vita. Le istituzioni sanitarie regionali hanno detto di sì: Gloria, così. ha potuto porre fine alla sua sofferenza con il pieno supporto dell'Asl, che le ha fornito il farmaco che si è autosomministrata e il macchinario necessario.
Ma la storia di Gloria assume ancor più rilevanza anche per il luogo in cui si svolge: il Veneto. Quel Veneto a trazione leghista che, a dispetto della linea conservatrice dettata da Matteo Salvini, si scopre liberale per quanto riguarda i diritti civili. O, meglio, si riscopre tale:"Luca Zaia - ci dice una fonte parlamentare che conosce bene la materia - sta riprendendo quella cifra che c'era nella Lega di Umberto Bossi e che con Salvini è scomparsa".
"La sanità del Veneto ha evitato a Gloria una morte tra sofferenze che non avrebbe mai voluto. Il fatto che l'aiuto sia arrivato nella Regione presieduta da Luca Zaia della Lega dimostra che su questo tema non valgono i recinti dei partiti e delle coalizioni, ma conta la sensibilità nei confronti delle persone che soffrono e delle loro scelte", dice Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni.
Ma cosa ne è, invece, della legge nazionale sul suicidio assistito? Di quella legge che la Consulta ha invocato più volte? Le camere, al momento, sono ferme. Dopo un lento percorso che era stato iniziato nella scorsa legislatura e che non è stato mai concluso, agli atti ci sono solo le proposte di legge delle opposizioni.
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