Nel nord-est la 'ribellione' contro quella che da alcuni viene ritenuta una 'tassa occulta'
Prima un"vendicatore" in azione a Rovigo, che ha segato i pali di quattro impianti di rilevamento della velocità sulle strade del Polesine. Poi un autovelox esploso a Padova nella notte fra mercoledì e giovedì 10 agosto. Uno dei fenomeni dell'estate, almeno nel nord-est dell'Italia, è la ribellione contro gli apparecchi che sanzionano il superamento dei limiti di velocità.
L'installazione dell'autovelox a Cadoneghe aveva fatto molto discutere. In un mese sono state ben 24mila le sanzioni rilevate dall'apparecchio, in un tratto di strada dove il limite è di 50 chilometri orari. E ha fatto scalpore il caso di un pensionato, probabilmente abituato a transitare in quel tratto a velocità superiore, che ha ricevuto a casa ben 38 sanzioni. Sulle quali era già in arrivo una pioggia di ricorsi.
Autovelox: cosa dice la legge Di questo tema si è parlato a L'aria che tira. Il commercialista Gianluca Timpone ricorda che i proventi di queste multe, in base alla legge, dovrebbero essere interamente reinvestiti nella sicurezza stradale.
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