Amizmiz, uno dei centri più colpiti dal sisma, è stata rasa al suolo. Gli aiuti faticano ad arrivare e gli sfollati si arrangiano con ripari di fortuna
Nel cuore del Marocco distrutto dal sisma: "Nessuno verrà ad aiutarci" Non ha avuto tempo per uscire di casa. Safa, 78 anni, è rimasta così incastrata nelle macerie mentre suo marito e i suoi figli scappavano mettendosi in salvo dalle scosse di magnitudo 6.8 che tra venerdì e sabato scorsi hanno travolto la provincia di la provincia di Al Haouz, a sud-ovest di, una cittadina di circa 20.
” racconta Imen el Rbibe, 19 anni, che non ha fatto in tempo a recuperare le sue scarpe prima di uscire di corsa di casa con la sua famiglia. Circa un centinaio di abitanti si sono temporaneamente trasferiti in un campo improvvisato sulla collina che sovrasta Amizmiz. “”, prosegue Imen mentre aiuta i suoi genitori a caricare l’auto familiare delle coperte e dei vestiti che sono riusciti a recuperare facendosi spazio tra le macerie.
Questo è il sisma più mortifero che il Marocco abbia vissuto almeno dal 2004, quando le scosse nella regione settentrionale del Rif causarono più di 600 morti. Il paese conosce le conseguenze dei terremoti da molto vicino: nel 1960 un terremoto di magnitudo 5.8 rase al suolo Agadir, nel sud del Paese. Le, un terzo della popolazione della città.
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