Da Caritas alcune idee per fronteggiare la condizione di grave precarietà che accomuna decine di migliaia di persone, come un patto sociale con i proprietari e l'implementazione del co-housing
Promuovere un patto sociale tra proprietari e chi è in cerca di un appartamento, incentivare il co-housing, realizzare una mappatura reale della situazione abitativa, aprire una discussione su un diverso uso degli spazi a disposizione, anche beni ecclesiali, per costruire alloggi e spazi di accoglienza. Laaffonda il colpo, si butta nella mischia e decide di tendere la mano alla città per fronteggiare l'emergenza abitativa della Capitale.
censiti da Istat nell'area metropolitana, quasi tutti a Roma. A tutto ciò vanno aggiunte 110.000 case vuote, sfitte, sul territorio capitolino. Per Caritas "bisogna saper trovare strade nuove - si legge nella nota - per dimostrare che il diritto viene prima della norma e che la buona volontà delle persone, con la prudenza e il realismo necessari, può portare a soluzioni inedite, giuste, equilibrate e possibili".
Tra le buone prassi sperimentate nelle comunità ecclesiali, citate da Caritas come proposte da adottare a livello cittadino, ci sono quella del "tutor per l'abitazione", che ha permesso l'autonomia abitativa a oltre 200 immigrati e rifugiati, il co-housing, la consulenza e l'assistenza locatizia per i più fragili.