In Puglia volano già gli stracci dentro Forza Italia: i ronzulliani candidano (ed eleggono) un loro uomo contro quello indicato dal coordinatore
emergono anche sui territori. E forse la cronologia degli eventi non è un caso. Il primo scontro vero e dirompente va in scena nel. Nonostante si tratti di una figura di poca visibilità, gli azzurri consumano un battibecco alla luce del sole, tra l’area diLicia Ronzulli– su quella nomina si è consumato lo scontro tra il presidente– ora tocca quindi ai berlusconiani lavare i panni sporchi in pubblica piazza.
Che di problemi sull’elezione del segretario d’aula ce ne fossero, era chiaro da settimane. Forza Italia avrebbe solo dovuto sostituire il dimissionario, eletto in Parlamento, con un consigliere in carica. Ma il punto all’ordine del giorno continuava ad essere rimandato. Fino alla decisione di consumare lo scontro in aula. Il partito non ha trovato la quadra e in Consiglio regionale si presenta con due candidati.
Due candidati, dunque, per due correnti che si sono scontrate sul voto pugliese. A parlare apertamente dei problemi interni, è stato il presidente del gruppo Mazzotta. “C’è una posizione del capogruppo che è su Napoleone Cera – ha detto in aula – e unaper chiedere la votazione di Dell’Erba. Questa la ritengo unache intervengono sulla dinamiche di questa assise”.
L’urna consegna l’esito e lo scacchiere dei posizionamenti. Dodici voti per il candidato dell’area Tajani e 23 per Cera . Le dichiarazioni post voto, abbandonano definitivamente le briglie della prudenza. Per Mazzotta, D’Attis e il suo vice Damiani, “produconosugli scogli dei tornaconti di corrente”. Per Di Cuia ha vinto “unadegli inciuci”. L’impressione, nei corridoi al termine dello scontro, è che questo sia solo l’inizio.
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