Per il Nord Italia prevede soprattutto di organizzare meglio come è distribuita l'acqua, ma anche manutenzione a dighe, canali e invasi
) e quanta deve essere salvaguardata per il deflusso ecologico, cioè per preservare l’esistenza di fiumi, laghi e degli esseri viventi che li abitano.
Un esempio di questi conflitti lo danno di nuovo le campagne della provincia di Pavia, in particolare la Lomellina, nota per le risaie. È stata una delle zone di cui si è parlato di più nel 2022 per i danni da siccità perché la coltivazione del riso richiede notoriamente molta acqua.
«Se non pianifichiamo la risorsa, per altri vent’anni ci troveremo con una parte dell’agricoltura italiana in difficoltà una volta ogni tre o quattro anni», conclude il commissario facendo riferimento alla frequenza di anni siccitosi negli ultimi decenni. La questione riguarda principalmente il Nord Italia perché il 95 per cento dell’agricoltura che vi si pratica richiede l’irrigazione e perché l’attuale sistema di gestione dell’acqua «è basato unicamente sull’aspettativa di neve invernale e pioggia estiva» a cui eravamo abituati ma che possono mancare in caso di anni siccitosi.