Dichiarata la morte cerebrale di un altro figlio di 10 anni e del vicino di casa. Perché il forestale di 52 anni ha...
Sono disperate le condizioni del piccolo Francesco e del vicino di casa Paolo Sanna, rimasti vittime a Nuoro della furia omicida di Roberto Gleboni, l'operaio forestale di 52 anni che ha sterminato la famiglia per poi suicidarsi. Nel reparto di Rianimazione dell'ospedale San Francesco di Nuoro mercoledì sera sono state avviate le procedure di accertamento della morte cerebrale.
La figlia Martina gli aveva dedicato anche la tesi di laurea: "All'amore più grande della mia vita, ci ha creduto prima che ci credessi io". Giusi, la madre, è stata descritta come una "donna semplice" che viveva per i figli. Madre e figlia, come documentato sui social, avevano anche aderito alla campagna di sensibilizzazione di ActionAid contro la violenza sulle donne.
Sull'uomo non pendevano denunce e nulla allo stato attuale fa pensare a pregressi violenti in famiglia. Dall'esterno dunque non si vedevano crepe, anche se alcune fonti anonime citate dal Corriere della Sera parlano di una coppia in via di separazione. Qualcuno sostiene anzi che la coppia fosse già separata. Ma si tratta di indiscrezioni non confermate dagli inquirenti.
Il procuratore generale di Cagliari Luigi Patronaggio ha spiegato che il lavoro degli inquirenti è volto propria alla ricerca del movente. "L'immane tragedia che ha scosso la città di Nuoro necessita di una risposta alle tante domande che angosciano le coscienze, cui stanno lavorando con il massimo impegno e professionalità la Procura di Nuoro e le forze di polizia del territorio".
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